Proposta  di  convenzione  con  enti  pubblici  per  servizi  di analisi  territoriali  ed  opportune  vocazioni.

1x1 mappa rurale di un terreno

Il  territorio  ha  sempre  più  l’esigenza  di  essere  oggetto  di  studi  ed indagini  mirate  alla  migliore  gestione  delle  risorse  ambientali,  economiche e  culturali.  La  ricerca  delle   vocazionalità  territoriali,  al  fine  di programmare  strategie  congrue  alle  esigenze,  è  un  tema  che  la  nostra società  persegue  con  il  conforto  di  metodologie  di  analisi  avanzate.

L’attività  agricola  oltre  a  produrre  alimenti,  rende  possibile  il  matrimonio tra  città  e  campagne,  svolgendo  un  ruolo  sociale  che  deve  essere riconosciuto  e  retribuito  da  tutti  e  non  attingendo  alla  voce  “RISORSE AGRICOLE”.

Il  nostro  intendo  è  far  sì  che  ogni  comune  abbia  una  propria  “CARTA RURALE”.

La  carta  dovrebbe  definire  come  spazio  rurale  il  territorio  costituito  dallo  spazio  agricolo  destinato  alla  coltivazione  e  all’allevamento,  e  lo spazio  fondiario,  non  agricolo,  destinato  ad  usi  diversi  dall’agricoltura  in particolare  all’insediamento  e  alle  attività  degli  ambienti  rurali.

La  carta  dovrebbe  evidenziare,  inoltre,  le  politiche  di  gestione  del territorio  nelle  zone  rurali  per  favorire  uno  sviluppo  stabile  delle  attività tradizionali,  quali,  oltre  all’agricoltura  considerata  “LA SPINA D’ORSALE  DELLO  SPAZIO  RURALE”,  la  silvicoltura,  le  colture alternative,  l’artigianato,  intese  come  opportunità  che  possono  garantire  il realizzarsi  della  vita  economica  rurale. 

Fino  a  prova  contraria  l’agricoltura  e  l’allevamento  sono  le  attività  che con  la  lavorazione  e  la  coltivazione  dei  terreni,  il  governo  delle  acque, la   produzione  dei  foraggi  e  il  pascolo  degli  animali  allevati  porta  a degli  ottimi  risultati.

E’  bene  riaffermare  tuttavia  una  dura  realtà  che  non  è  sempre  presente: senza  contadini  nessuna  vita  è  possibile  in  campagna.

Se  vogliamo  cambiare  marcia,  cioè  accelerare  in  direzione  di  interventi che  consentono  di  recuperare  il  tempo  perso,  occorre  partire  dalla constatazione  che  all’agricoltura  per  andare  avanti  occorrono  più  certezze e  prospettive,  poichè  il  vero  problema  non  è  il  numero  degli  addetti,  che con  la  meccanizzazione  e  l’informatizzazione  servono  in  quantità  sempre minore,  ma  la  qualità  degli  stessi,  e  per  qualità  s’intende  la  presenza  di giovani  leve  professionalmente  dotati  e  in  misura  tale  da  assicurare  i necessari  ricambi  alle  classi  adulti.

E’  perciò  utile,  prendere  atto  che  nessuna  carta  deve  essere  portata  alla definitiva  approvazione  senza  il  contributo  attivo  del  mondo  agricolo,  il quale  con  il  7%  di  popolazione  attiva  opera  sul  70%  del  territorio. Inoltre,   in  presenza  di  reddito  insufficiente,  la  quadratura  del  bilancio  non  può  continuare  a  dipendere  dalle  integrazioni  di  reddito.

Va  presa  in  seria  considerazione  la  funzione  implicita  dell’attività  agricola  di  naturale  custode  del  territorio  e  dell’ambiente  promuovendola allo  “STATUS”  di  servizio  sociale  e  di  conseguenza  collocandola  tra quelle  che  hanno  un  costo  che  va  posto  a  carico  del  “PAESE”  e  non   del  bilancio  delle  risorse  agricole  e  quindi  della  legge  pluriennale  di spesa  in  attesa  di  approvazione. A  meno  che  si  voglia  riconoscere  alle  “RISORSE  AGRICOLE”  questa speciale  prerogativa,  con  un  preciso  disposto  legislativo  dotato  di adeguati  stanziamenti  finanziari  e  purchè  si  proceda  con  il  consenso  di tutti  riconoscendo  competenza  e  sensibilità.